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Dragon Quest Builders 2 – Recensione

La recensione di Dragon Quest Builders 2 ci immerge nuovamente in questo gioco di costruzioni ispirato a Minecraft, con una forte componente RPG, l’ambientazione fantastica di Dragon Quest (con i progetti di Akira Toriyama) e molte nuove funzionalità, incluso il multiplayer on-line. Molte forze si sono unite per offrirci un gioco così grande e divertente come Dragon Quest Builders 2. Da un lato, Square-Enix, proprietario del franchise, ha collaborato con Koei-Tecmo nello sviluppo (in particolare lo studio Omega Force, che ha anche prestato il suo talento per un altro “spin-off” della saga: Dragon Quest Heroes ).

 

Il Gioco

D’altra parte, tieni presente che il gameplay di Dragon Quest Builders 2 è un perfetto equilibrio tra un gioco di costruzione come Minecraft e un RPG più tradizionale. Infine, ricorda che l’universo di Dragon Quest è possibile solo grazie a un “dream team” che include una colonna sonora inconfondibile composta da Koichi Sugiyama e i disegni di Akira Toriyama (il creatore di Dragon Ball). La prima novità che ci ha affascinato è la sua storia. Senza entrare nel pericoloso mondo degli spoiler, il gioco scommette su un argomento “leggero”, che ci dice sia l’avventura del protagonista (che possiamo creare) sia il suo inseparabile Malroth, un amico amnesico a cui molti sono indicati come “il distruttore”, che ci dà una mano sia nella collezione di materiali che in combattimento. Questa trama in parallelo provoca momenti molto divertenti e si evolve nel tempo. Dobbiamo attraversare una serie di isole devastate dai servitori di Hargon, ripristinare il loro splendore grazie ai nostri poteri di costruzione e sconfiggere i malvagi. In ognuno di essi impareremo nuove ricette di costruzione e otterremo l’accesso a nuovi materiali. Certo, è più facile a dirsi che a farsi, perché ogni isola ha alcune particolarità.  Iniziamo con l’Isola del Risveglio, che funge da centro operativo. Questo pezzo di terra si comporta come un vero “sandbox”. È un luogo che possiamo modellare per divertimento, basato su blocchi e martelli, e al quale porteremo i nuovi materiali, animali e costruttori che reclutiamo in altri livelli. Questa isola riflette i nostri progressi nel gioco e ha finito per diventare una vera ossessione. Forse all’inizio ti accontenterai di mettere un fiume o di costruire una casa ed esplorare, ma la nostra mente “reticolata” (che si adatta molto a questo genere) finisce per percorrere la mappa in modo esaustivo, scolpendo ogni montagna, cambiando ogni blocco di terra o coltivando finché non avremo esattamente la nostra isola perfetta.

Gameplay e Altro 

Ciò che distingue questo approccio, ad esempio da Minecraft, è che si sviluppa attraverso “ricerche”. In nessun momento ci sentiamo persi con così tante possibilità, ma a poco a poco staremo progredendo secondo le richieste degli abitanti di ogni luogo. All’inizio non sono altro che ottenere un materiale specifico o costruire un edificio semplice, ma finiscono per essere progetti faraonici in cui investire ore e creatività. È una curva di apprendimento perfetta, che ci spinge a sperimentare ogni nuova abilità che sblocchiamo: i guanti, il martello, un vaso senza fondo, l’ocarina, la tavolozza etc. Queste parti di costruzione si alternano al combattimento e alla possibilità di migliorare le nostre caratteristiche e quelle di Malroth con l’esperienza. Il gioco di ruolo è molto sottile, ma rende giustizia alla saga originale, e in effetti si apprezza che non complichi il sistema di raccolta e “la creazione” con alberi delle abilità o statistiche. Come puoi vedere, la base del primo gioco rimane invariata. Naturalmente ci sono nuovi materiali e creature, ambienti più grandi e la possibilità di costruire edifici più complessi. Ma l’evoluzione non è molto ovvia. Le abilità del costruttore ora ti permettono di tuffarti, volare (usando un mantello in frenata per planare, come in The Legend of Zelda Breath of the Wild ) o cavalcare su alcune creature. E il controllo dei fluidi, come l’acqua è anche un importante passo avanti. Ma indubbiamente l’elemento che è cambiato di più è l’inclusione di una modalità multiplayer online. Da un portale che compare sull’Isola del Risveglio possiamo visitare le isole dei nostri amici o invitarli alla nostro (un massimo di 4 giocatori simultanei). Il proprietario dell’isola è colui che determina se sarà semplicemente una corsa “turistica” o se tutti i giocatori hanno il permesso di costruire/distruggere blocchi o usare i bauli in ogni posizione.  Il multiplayer si traduce anche nella possibilità di scattare foto e condividerle con altri costruttori attraverso una bacheca, per fungere da ispirazione. Ma sfortunatamente non possiamo giocare le missioni della storia in modalità cooperativa. Per quanto riguarda la sezione audio, troviamo una colonna sonora melodica brillante, effetti sonori e assenza di voci.

In conclusione

Dragon Quest Builders è stata una sorpresa quando l’abbiamo provato tre anni fa. Non era semplicemente “un clone di Minecraft”, ma un’avventura molto divertente, con gli aspetti fieristici del gioco di ruolo e della costruzione capace di catturarci per molte ore. Questo seguito è abbastanza conservativo. Ciò significa che mantiene il suo fascino, sebbene il multiplayer e le nuove abilità non comportino alcuna rivoluzione.

 

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