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Sam & Max: This Time It’s Virtual! – Recensione

A più di un decennio da Sam & Max The Devil’s Playhouse, l’ultima avventura della saga e che negli anni ’90 il duo ha avuto il suo massimo splendore, abbiamo la possibilità da questa settimana di godercelo anche su PSVR dopo l’arrivo su PC per i possessori di Oculus nella scorsa estate.

Il gioco

In questa storia diventeremo un aspirante agente di polizia indipendente che vuole lavorare insieme a Sam e Max, un cane detective che si comporta come il personaggio più sano del duo, ma non meno delirante, e un coniglio pazzo che ama la violenza. Per far parte della rosa dovremo superare una serie di test e aiutarli a risolvere alcuni casi durante lo sviluppo della sceneggiatura, che non sveleremo fino alla fine del gioco.

In prima battuta e per introdurre il giocatore molto alle prime armi, i primi compiti verranno svolti nell’ufficio di Sam & Max, trattandosi di una copia fedele in VR per chi conosce la saga, per la quale questa grande strizzatina d’occhio è apprezzata, come tanti altri che troveremo nel corso dell’avventura. In questi primi e altrimenti semplici compiti ci occuperemo, ad esempio, di preparare il caffè per Sam, cucinare nel microonde e lanciare un paio di freccette, tra un paio di altre attività.

Quindi, per continuare ad avanzare nell’apprendimento di questo arduo compito di polizia privata, Sam e Max ci porteranno in un vecchio parco divertimenti dove amplieremo tutte le nostre abilità. È qui che dovremo superare 9 test, anche se questo continuerà a essere una sorta di apprendimento o minigiochi che utilizzeremo in seguito nello sviluppo della storia principale. Saremo quindi costretti a superare diversi percorsi ad ostacoli ed esercizi di lancio, battuta, arrampicata, tiro (lanciarazzi, pistole, revolver, armi laser), disarmo di bombe, tra molti altri molto vari. In ciascuna di queste prove saremo valutati con lettere che andranno da “A” come miglior punteggio a “F” come peggiore, avendo la possibilità di ripeterle tutte le volte che si vuole, fornendo così un certo fattore di rigiocabilità. Intanto, e linearmente, i dialoghi che comporranno la storia verranno sviluppati fino alla fine del gioco.

Gameplay ed altro

Pertanto, per percorrere l’intera proposta dovremo superare un totale di 17 livelli e ci consumerà, a seconda dell’abilità di ciascun giocatore, un tempo approssimativo da 5 a 8 ore navigando attraverso vari scenari e quasi senza ripetersi, con indagini e momenti di azione alternati. Da evidenziare una manciata di enigmi leggermente più difficili della media, che mi hanno tenuto bloccato per qualche minuto. Quando siamo bloccati nella risoluzione di un enigma, di solito sarà Max con qualche commento folle che ci fornisce qualche indizio indiretto per risolvere la situazione.

Il problema sorge quando ci si rende conto che la fisica del gioco è terribile e gli oggetti non si comportano in modo minimamente convincente quando si vuole lanciarli o interagire con essi, aggiungendo a questo le imprecisioni di certe azioni e quanto siano insoddisfacenti, citando come esempio un test di battuta in cui non potremo tenere la mazza con entrambe le mani contemporaneamente, oppure notare che praticamente tutti gli oggetti con cui possiamo interagire hanno lo stesso peso. Il titolo ci permetterà solo di interagire con quegli oggetti ed elementi che hanno una specifica funzione, quindi tutti gli altri elementi extra, nella maggior parte dei casi, rimarranno inerti oppure potremo attraversarli con le nostre mani, rompendo completamente l’immersione che è caratterizzata esclusivamente per la realtà virtuale, e in molte occasioni causando frustrazione al giocatore, che si traduce in un punto negativo.

Tenendo conto che l’analisi è stata fatta su un Visore PSVR, lo sviluppo grafico è accettabile, anche se questo non significa che sia il migliore. Senza dubbio quello che spicca di più sono i modelli dei due protagonisti, tuttavia le ambientazioni sono praticamente prive di dettagli, e in generale c’è pop-in anche a brevi distanze. Tralasciando questi dettagli, e sapendo che il punto di forza della proposta non è la grafica per via della sua modellazione fumettistica, non eccelle in questo aspetto, ma è conforme. Ad accompagnarlo c’è la colonna sonora che, senza essere cattiva, passa inosservata con effetti discreti, un ottimo doppiaggio in inglese e la musica di sottofondo che fa ciò che è giusto, attenendosi ai precedenti giochi su piattaforma 2D. Assente del tutto qualsiasi forma di traduzione in italiano, peccato.

In conclusione

Non c’è dubbio che Sam & Max: This Time It’s Virtual sarà molto più apprezzato dai fan della saga. Anche così, questa proposta riesce a continuare ad illuderci con il suo contorto senso dell’umorismo, soddisfacendo l’essenza e mantenendo una produzione interessante, ma senza distinguersi rispetto ai suoi predecessori a schermo piatto. Riesce a divertire e divertire, anche se sarebbe stato molto utile apportare alcune modifiche per migliorare la qualità del prodotto generale e sfruttare tutti i vantaggi che offre la realtà virtuale.

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